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Fiaba e favola: come organizzare una lezione divertente

Fiaba e favola: come organizzare una lezione divertente

Tempo di lettura: 4 minuti

C’era una volta…la voglia di raccontare.

Raccontare una storia è una delle cose più magiche e coinvolgenti che possiamo fare con i bambini! Restano incantati dalle avventure di un omino di pan di zenzero, oppure dal racconto di una simpatica bambina con il cappuccio rosso.

Attraverso le fiabe e le favole i bambini alimentano la loro fantasia, sviluppano il linguaggio e imparano valori importanti. Se stai affrontando questo argomento in classe, ecco un’idea a cura del team di Tadà per spiegarlo in modo divertente e coinvolgente per tutti i bambini. 

Favola e fiaba: come raccontare le storie in modo coinvolgente

Spesso i bambini si distraggono e soprattutto in classe può essere complesso mantenere l’attenzione di tutta la classe. Quando leggiamo un libro con i nostri bambini ricordiamo di utilizzare toni di voce diversi per ogni personaggio, in questo modo l’ascolto sarà ancora più coinvolgente! Per una lezione più dinamica, alterniamo al libro classico le favole e le fiabe digitali. Le storie di Tadà nascono proprio con l’intento di rendere ascolto e lettura coinvolgenti ed inclusive per tutti i bambini: per questo, oltre alla versione cartoon, ogni storia è disponibile con i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Favola e fiaba a volte sembrano molto simili e spesso vengono scambiate per la stessa cosa, ma non è così. Per questo abbiamo creato un vero e proprio laboratorio per una lezione diversa, magica come le fiabe, ed un kit con tanti giochi pratici grazie ai quali i bambini ricorderanno molto di più! Ed anche tu, mamma/papà o maestra/o ti divertirai molto di più!

Nel kit troverai:

  • L’Intervista ai personaggi 
  • Il castello ed i personaggi da ritagliare ed incollare nella torre giusta
  • Il teatrino con scenari e personaggi per creare la tua storia 
  • La ricetta della fiaba perfetta 
  • Tanti altri giochi da fare insieme 

Inizia dalla favola 

La favola è un racconto di breve lunghezza in cui i personaggi sono animali che assumono le caratteristiche degli esseri umani: parlano, provano emozioni, rappresentano pregi e difetti del genere umano. Lo sviluppo della storia avviene in un arco di tempo breve, in ambienti verosimili come un bosco o un giardino.

La presenza di animali umanizzati permette ai bambini di identificarsi con loro e di calarsi nella storia.  Ma cosa ci permette di riconoscere subito una favola? La morale. L’aspetto principale che caratterizza la favola, quello più importante, è la presenza di una morale. Ogni favola ha lo scopo di insegnare qualcosa! L’insegnamento è esplicito ed attraverso una narrazione semplice e diretta, le favole sono dei veri e propri strumenti educativi che ci permettono di trasmettere valori come la gentilezza, l’onestà, il rispetto.

Favole per la classe: Il Topo e il Leone 

Inizia dunque con la prima lezione sulla favola, guardando con la classe Il Topo e il Leone sull’app Tadà: tanti effetti sonori ed immagini disegnate a mano per migliorare l’attenzione e la comprensione. Potrai scaricare l’app anche direttamente dal Play Store della Lim! 

La fiaba è gratuita, devi solo scaricare l’app!

Registra la storia con le voci dei bambini

In app troverai il Registra Audio per registrare la storia con le voci dei bambini. Assegna una piccola parte ad ognuno, sarà divertente riascoltarsi! E potrà essere anche un utile esercizio di lettura. 

Giochi di comprensione 

Dopo la storia potrai proporre la comprensione del testo attraverso i giochi in app, un alunno alla volta o tutti insieme, usando le palettine del Vero o Falso da stampare e incollare su cartoncino (le trovi nel kit in PDF che riceverai scaricando la fiaba, gratuita per sempre in app.)

Per una lezione inclusiva

La fiaba è disponibile anche con i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa. Inclusione significa dare a tutti le stesse possibilità di apprendere: in questo modo anche gli alunni con Bisogni Educativi Speciali potranno sperimentare un’attività che fa anche il resto della classe! Anche le attività dopo la storia hanno vari livelli di difficoltà.

La fiaba 

La fiaba è un racconto più lungo rispetto alla favola, ambientato in luoghi fantastici. La caratteristica principale di questo racconto è infatti la presenza di elementi magici: streghe, maghi, fate, orchi, pozioni e tanto altro. Lo sviluppo della storia può interessare un arco di tempo molto ampio, giorni, mesi o addirittura anni.

Nella fiaba si assiste sempre allo scontro tra il bene, rappresentato dal protagonista, e il male, che viene messo in scena dall’antagonista. Dopo una serie di prove e scontri si raggiunge il lieto fine con la vittoria del bene sul male. Anche la fiaba presenta degli insegnamenti, anche se meno espliciti. Invece, sono molto sottolineati concetti, come il coraggio, la bontà d’animo, la gentilezza, la condivisione. 

Esempi di fiabe: Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, l’Incantesimo della Miragola

Fiabe per la classe: L’Incantesimo della Miragola e Malag- L’Isola stregata

L’Incantesimo della Miragola è un’avventura perfetta per continuare la tua lezione sulla fiaba: un incantesimo da spezzare e delle prove da superare! La perfida strega Toi Tè ha creato un frutto metà mirtillo e metà fragola, la Miragola, che ha il potere di rendere dispettosi gli animali: la simpatica scimmia l’ha mangiato ed è cambiata! Solo una pozione può salvarla: ma l’ultimo ingrediente sta proprio nel labirinto della strega! Riusciranno Mia e Thao’ a trovarlo? 

E dopo potrete anche preparare la pozione!

Ed ora che abbiamo capito le differenze tra favola e fiaba, possiamo provare le attività del kit e pian piano costruire anche una nuova fiaba! (o immaginare un seguito!)

E per scoprire il seguito della storia, scarica anche Malag- L’Isola Stregata: un’ottima occasione per parlare anche delle paure dei bambini!  L’Incantesimo della Miragola è stato spezzato e la perfida strega si è vendicata, trasformando gli animali in demoni in grado di indovinare le paure dei bambini: il gufo Flavio li spaventa con la paura del buio, il cavallo Dit spaventa chi ha paura dei mostri… Una fiaba perfetta per aiutare i bambini ad accettare le loro paure scoprendo il mondo magico delle fiabe.

Acquista qui il pacchetto fiaba e favola per creare un laboratorio interattivo e inclusivo, oppure scegli le tue fiabe sul sito o direttamente in app Tadà e riceverai il kit in pdf sulla favola e la fiaba!

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Chop Chop! Il gioco tombola de Il lupo e i sette capretti

Chop Chop! Il gioco tombola de Il lupo e i sette capretti

Tempo di lettura: 4 minuti

Il gioco della tombola è uno dei giochi della tradizione per eccellenza, un grande classico che da sempre riunisce tutte le famiglie, soprattutto durante il periodo natalizio.  Spesso però, i bambini piccoli, che non conoscono ancora i numeri, non possono giocare insieme al resto della famiglia. Ma chi ha detto che per giocare a tombola bisogna aspettare il Natale e che la tombola è fatta solo di numeri?

L’estrazione dei numeri lascia il posto all’estrazione di tessere con illustrazioni: nasce così la tombola delle immagini per i più piccoli. Una tombola a misura di bambino, per farli cimentare in un gioco classico ma adattato alla loro età ed esigenze.  Il tutto reso ancora più coinvolgente da illustrazioni ispirate a una delle storie più amate dai bambini: il lupo e i sette capretti.

Nasce così il nuovo gioco di Tadà: Chop Chop Caprettini! Un gioco per bambini in età prescolare, ma anche più grandi grazie alle varianti che presenta.

La regola più importante è solo una: gridare Chop Chop! Per vincere.

È possibile utilizzare il bonus docenti per l’acquisto del Pacchetto gioco + storia

Chop Chop! Il gioco tombola delle immagini

Il gioco per i più piccoli, che consente di allenare una serie di competenze cognitive quali la discriminazione visiva, la capacità di classificazione e appaiamento. Distribuiamo le cartelle dal lato delle immagini a ogni giocatore e disponiamo le tesserine capovolte al centro del tavolo. 

L’ adulto, o il bambino più grande, può fare da mazziere il cui compito è quello di girare le tesserine e nominarle. I giocatori dovranno controllare le proprie cartelle e, se sono in possesso di quell’immagine, devono posizionare la tesserina sulla casella corrispondente.

Collocare la tesserina nel riquadro giusto è un tipo di organizzazione prassica e visuo-spaziale che sarà utile quando i bambini a scuola dovranno rispettare i margini per colorare o mettere a posto i colori nell’astuccio.

 

 

Il gioco tombola parole – immagini 

Questa variante è l’ideale per aiutare divertendosi i bambini che stanno imparando a leggere e scrivere. In questa versione le cartelle vengono distribuite dal lato delle parole e al centro vengono predisposte le tesserine capovolte. Il mazziere pesca un’immagine alla volta, mentre i giocatori dovranno abbinare l’immagine alla parola sulla cartella, quindi posizionare l’immagine sulla casella corrispondente.

Le cartelle hanno tutte lo stesso livello di difficoltà: le parole sono state scelte tra sostantivi, verbi, parole bisillabe, trisillabe e quadrisillabe. In questo modo Chop Chop diventa una simpatica alternativa ai tradizionali, e spesso noiosi, esercizi di lettura. Questa versione favorisce l’apprendimento di nuove parole grazie all’accostamento di parole e immagini, che facilita l’assimilazione del linguaggio e l’espansione del vocabolario.

Chop Chop in classe e alle feste

Chop Chop Caprettini è un gioco che nasconde un mondo di giochi, da poter fare in classe e in compagnia degli amichetti! Per una versione più sfidante da fare con più bambini è possibile giocare a Chop Chop! Chi arriva prima? Distribuiamo a ogni giocatore le carte con tre immagini. Dopo aver posizionato le tesserine dal lato delle immagini, attiviamo la clessidra e che il gioco abbia inizio!
Prima dello scadere del tempo, i giocatori devono trovare le tesserine con le immagini presenti sulle carte.           Chi le trova tutte per primo vince, e grida Chop Chop!

Possiamo giocare a questa versione anche dividendo in squadre i bambini o facendoli sfidare a coppie: l’insegnante attribuirà una carta ad ogni sfidante che dovrà ricordare le immagini e trovarle prima dell’avversario.

Il gioco è bilingue, dietro ogni tesserina ci sono i termini in inglese, possiamo quindi giocare dicendo le parole in inglese. La presenza delle immagini e associare l’apprendimento di una nuova lingua ad esperienze pratiche e ludiche aiuterà i bambini a ricordare più facilmente le parole nuove.

Giocare è il modo migliore per introdurre in maniera leggera e naturale una nuova lingua per i più piccoli, e potenziare l’ascolto, la comprensione e la lettura per i più grandi.

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Attenti alla Strega: il gioco di società da fare in classe e a casa

Attenti alla Strega: il gioco di società da fare in classe e a casa

Tempo di lettura: 4 minuti

Riuscire a mettere d’accordo bambini di età diversa con un solo gioco a volte può essere un’impresa, ma con il coloratissimo gioco in scatola di Tadà, con un look totalmente nuovo, raggiungere l’obiettivo sarà più semplice del previsto. Attenti alla Strega è il gioco di società, per i bambini dai 3 anni, che non solo metterà d’accordo i piccoli di casa, ma riuscirà a coinvolgere anche gli adulti: sarete tutti catapultati nel magico mondo della strega Toi Tè!

Perché dovremmo introdurre un gioco di società già dai 3 anni?

I giochi di società, oltre ad essere da sempre una valida alternativa agli schermi sono un’ottima opportunità per condividere tempo di qualità in famiglia o con gli amichetti.  Inoltre, giocando a questo tipo di giochi il bambino diventa più autonomo, imparando a rispettare il proprio turno e a relazionarsi con gli altri.

I giochi da tavolo non sono dei semplici giochi, sono un’opportunità per stare insieme e collezionare ricordi felici, condivisi con tutta la famiglia o gli amichetti. Attraverso il gioco i bambini apprenderanno divertendosi tante abilità e funzioni indispensabili per la loro crescita. 

Attenti alla strega, un primo gioco di società da proporre ai piccoli

Il gioco di Attenti alla Strega è perfetto per un primo approccio ai giochi di società grazie alle poche e semplici regole e ai tempi di attesa brevi.

 Lo scopo del gioco è completare per primi la cartella con una carta per ogni categoria presente. I giocatori a turno ruotano lo spinner che indica una categoria, pescano una carta della categoria corrispondente e la posizionano sulla cartella. Se invece, esce la Miragola si salta il turno, se esce la Scimmia il giocatore ruba la carta di un compagno, se esce la Strega si perde una carta. Il gioco è adatto anche per giocare in due, garantendo sempre un livello elevato di divertimento: i bambini ameranno girare lo spinner! 

Inoltre il gioco è ispirato alla fiaba inedita L’incantesimo della Miragola. Proprio perché collegato a una storia, le regole risultano particolarmente semplici perché a ogni azione è collegato un personaggio: leggere insieme la storia con le flashcards presenti nel gioco permetterà ai bambini di ricordare con più facilità che, ad esempio, la scimmia ruba una carta perché dispettosa.

Attenti alla strega: un gioco di società da fare a scuola 

Attenti alla Strega è un gioco che può essere proposto nella scuola dell’infanzia e nella primaria, per creare momenti di apprendimento dinamici e coinvolgenti. 

Il modo migliore per introdurre il gioco in classe è quello di partire dal racconto della storia. Dividiamo i bambini in piccoli gruppi e cominciamo introducendo la storia con le card raccontastorie presenti nel gioco, oppure guardando il cartoon de L’incantesimo della miragola presente su youtube. In alternativa, sull’app Tadà è disponibile la versione della storia anche in CAA, per favorire l’inclusione dei bambini con Bisogni Educativi Speciali, con una serie di giochi digitali di comprensione. La Lim e gli strumenti digitali sono straordinari veicoli di apprendimento, perché rendono ogni attività più simile ad un gioco. 

Una volta conosciuta la storia per i bambini sarà naturale riconoscere i personaggi e sentirsi più coinvolti dal gioco che stiamo proponendo. Giocando ad Attenti alla Strega i bambini lavoreranno sulla strutturazione frastica, passando dalla frase minima a frasi sintatticamente più complesse. Attraverso il gioco di Attenti alla Strega supportiamo i bambini durante la crescita, offrendo strumenti per un apprendimento efficace e interattivo ma anche in modo giocoso e divertente.

Scopri la storia L’incantesimo della Miragola disponibile sull’app Tadà.

Competenze stimolate

Il gioco permette di stimolare diverse competenze cognitive e linguistiche, quali la categorizzazione e il naming. Infatti, i bambini durante il gioco dovranno denominare e classificare animali, ambienti e pozioni associandole alla giusta categoria sulla cartella. Inoltre, favorisce lo sviluppo della capacità come condividere un’attività, rispettare la turnazione e le regole, tollerare la frustrazione, stabilire relazioni con i pari.

Ascoltando parole appartenenti a diverse categorie semantiche, i bambini più piccoli ampliano il loro lessico e la capacità di categorizzazione.

Le carte possono essere usate anche in versione Memory: il gioco è perfetto per stimolare la memoria, ma anche per allenare la ricerca visiva e la concentrazione. Da giocare in gruppo, in due o anche da soli, perché la sfida è con la propria memoria! Grazie alle bellissime carte illustrate sarà ancora più bello e divertente sfidarsi al gioco di memoria più famoso di sempre.

Il gioco di Attenti alla strega, grazie agli imprevisti e alle molte varianti che propone, non risulterà mai noiso o ripetitivo. L’importante è non usare il gioco in un modo troppo didattico, lasciamo sempre divertire i bambini!

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Come scegliere la scuola primaria? Consigli per i genitori

Come scegliere la scuola primaria? Consigli per i genitori

Tempo di lettura: 4 minuti

La scelta della scuola primaria è uno dei passaggi più significativi della crescita dei nostri figli. È un momento molto complesso e delicato per i bambini, che si trovano ad affrontare contesti e persone nuove, ma anche per i genitori che sono pieni di preoccupazioni e dubbi. La domanda che risuona più di tutte in questo momento è una: “come posso scegliere la scuola giusta?”

Dal 21 gennaio al 10 febbraio sarà possibile presentare la domanda di iscrizione, per questo motivo ripercorriamo quelli che sono gli aspetti importanti che possono essere utili per compiere la scelta nel modo più tranquillo e consapevole possibile.

La scuola perfetta non esiste, ma potete trovare quella che meglio risponde alle esigenze della vostra famiglia.

Scuola primaria: cosa considerare nella scelta

Open day

L’open day è uno strumento utile per vedere in prima persona gli ambienti e le persone della futura scuola del bambino. Sono l’occasione giusta per valutare la struttura, fare domande, conoscere gli insegnanti e chiedere informazioni in merito all’offerta formativa. È importante far partecipare anche il bambino a questi incontri, in cui spesso vengono organizzate attività e laboratori. È un’opportunità per osservare la sua reazione e ascoltare anche le sue opinioni: coinvolgiamolo attivamente nella scelta della nuova scuola!

L’offerta formativa della scuola primaria

Ogni scuola propone un proprio approccio didattico. Il metodo di insegnamento è incentrato sul raggiungimento degli obiettivi o sulla collaborazione e lo sviluppo delle abilità nel tempo? È utile informarsi anche sulle attività extracurriculari o sui progetti, per capire quanto l’offerta possa essere in linea con le inclinazioni e i bisogni del bambino. Ad esempio, ci sono scuole che propongono più attività all’aperto e altre che svolgono laboratori principalmente all’interno, se il vostro bambino ama stare all’aria aperta questa informazione può sicuramente aiutarvi nella scelta.

 

La vicinanza a casa

Un parametro di scelta da prendere in considerazione è quello logistico: la vicinanza a casa influisce sicuramente su quelle che sono le esigenze della famiglia. Prima di tutto, scegliere una scuola vicino casa è sicuramente più comodo in merito all’organizzazione quotidiana. Inoltre, ci sono molte probabilità che il bambino faccia amicizia con altri compagni che vivono nella stessa zona e sarà così più semplice vederli fuori dall’orario scolastico.

Scuola primaria: tempo prolungato, si o no?

Se far fare il tempo prolungato è un’altro aspetto che crea molte domande ai genitori. Per compiere questa scelta bisogna considerare le caratteristiche del bambino e i suoi eventuali impegni oltre l’orario scolastico. Inoltre, se lavorano entrambi i genitori il tempo prolungato è una scelta che incontra le esigenze della famiglia.

Ma in ogni caso, non escludiamo a priori le scuole che offrono il tempo prolungato pensando che sia troppo stressante per il bambino: uscendo alle 16 da scuola i bambini avranno già svolto i compiti e saranno totalmente liberi per il resto della giornata, potendo svolgere così sport o altre attività.

E gli amichetti?

Frequentemente in questa situazione ci si chiede spesso se sia giusto scegliere la scuola in cui vanno gli amichetti del nostro bambino a prescindere. L’intento è quello di non fargli sentire troppo l’impatto con un nuovo ambiente e non “perdere” le amicizie. Per quanto possa sembrare difficile, non bisogna vincolare la scelta in base alla presenza degli amichetti: i bambini intorno ai 6 anni fanno amicizia più facilmente di quanto pensiamo e le amicizie possono continuare anche fuori dalla scuola. 

La scelta della scuola primaria è sicuramente molto delicata. Bisogna prendere in considerazione molti aspetti e capire quali sono quelli che rispondono meglio alle esigenze del bambino e della famiglia. È importante compiere la scelta con serenità e consapevolezza: il bambino trascorrerà gran parte delle sue giornate a scuola ed è necessario che si senta a proprio agio e che sia circondato da un ambiente favorevole che influisca positivamente sulla sua crescita e sul percorso scolastico.

Leggi anche l’articolo sui pre-requisiti dell’apprendimento.

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Gioco da tavolo per famiglia e classe: Fatti mandare dalla Mamma

Gioco da tavolo per famiglia e classe: Fatti mandare dalla Mamma

Tempo di lettura: 4 minuti

Nell’era digitale è difficile trovare un gioco che stimoli e coinvolga i bambini tanto da abbandonare con piacere gli schermi. I giochi da tavolo per famiglie sono una valida alternativa ai dispositivi digitali. Diamo anche noi  l’esempio e giochiamo  con i bambini. 

Fatti mandare dalla Mamma è un divertente gioco da tavolo, per i bambini dai 4 anni. L’obiettivo è quello di completare il cestino della spesa con l’aiuto della mamma e il lupo che intralcia. È perfetto per tutta la famiglia e per la classe, perché ci sono tante varianti per giocare anche con tanti bambini!

Fatti mandare dalla mamma! Per tutta la famiglia 

Il gioco di Fatti mandare dalla Mamma è ispirato alla fiaba di Cappuccetto Rosso: ogni giocatore, a turno, interpreterà uno dei personaggi della fiaba. La Mamma, Cappuccetto o il Lupo…l’obiettivo cambia in base al ruolo.  Il legame con i personaggi della fiaba consente ai bimbi più piccoli di memorizzare meglio le regole, proprio perché sono basate sulle azioni dei personaggi nella storia. 

Come si gioca?

La Mamma legge/disegna/descrive la lista della spesa, Cappuccetto deve memorizzare gli alimenti e completare la spesa con quanti più alimenti possibile prima che la clessidra finisca, il Lupo cerca di sabotare Cappuccetto  scompigliando le tessere. (Fare il lupo piace moltissimo ai bambini ed è un buon modo per coinvolgere anche i più piccoli. Giocando magari in coppia con l’adulto o un fratellino.) Poi i giocatori cambiano ruolo e la partita ricomincia. Alla fine vince chi ha totalizzato più punti nei vari ruoli. Possiamo giocare anche con bimbi che non sanno leggere: su ogni lista della spesa, accanto ad ogni alimento c’è infatti l’immagine.

Competenze stimolate 

I giochi da tavolo, come Fatti mandare dalla Mamma, rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo di abilità e funzioni indispensabili per la crescita e l’apprendimento. Durante il gioco il nostro cervello è molto stimolato. Tramite un’attività ludica il processo di apprendimento è più coinvolgente, ma anche più efficace nell’allenare queste importanti capacità cognitive.

Attraverso questo gioco vengono stimolate una serie di competenze: la ricerca visiva, la memoria, la capacità di pianificazione, l’attenzione e le competenze descrittive e grafo-motorie.  Quando giochiamo nel ruolo di Cappuccetto, in particolar modo, saranno stimolate la memoria, l’attenzione e la ricerca visiva.  Abilità indispensabili per riuscire a prendere gli alimenti giusti ma anche in attività quotidiane. Ogni giorno svolgiamo attività che richiedono il loro utilizzo, come fare la spesa o organizzare la scatola dei giochi.  Le competenze descrittive e grafo-motorie, ovvero le abilità necessarie per disegnare e scrivere.  Nel ruolo della mamma sono molto allenate: il suo compito è, infatti, leggere, disegnare e descrivere gli alimenti. Quando il nostro personaggio sarà il Lupo, la capacità di pianificazione, l’abilità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni e pianificarle per raggiungere un risultato. Sarà molto importante per riuscire nell’intento di ostacolare Cappuccetto.                  Inoltre, grazie alle molte varianti del gioco, Fatti Mandare dalla mamma rappresenta una sfida avvincente per ogni età!

Il gioco da tavolo Fatti mandare dalla Mamma, è divertente e allo stesso tempo stimolante e sfidante: la gara contro il tempo che scorre nella clessidra aumenta la tensione e l’entusiasmo.

 

Gioco da tavolo in inglese: in classe, a casa e con gli amici

Il gioco Fatti mandare dalla mamma è perfetto se si vuole far avvicinare i bambini alla lingua inglese. Infatti, il gioco contiene la versione inglese della lista della spesa. Alleniamo giocando tutti i livelli di comprensione della lingua. In questo modo sin da piccoli i bambini potranno allenare l’ascolto e familiarizzare con i termini. 

Inoltre, nel gioco ci sono anche le flashcards, per leggere o raccontare la storia dalle immagini, anche queste disponibili sia in italiano che in inglese.

Se vuoi scoprire altri giochi perfetti per imparare l’inglese leggi l’articolo

Fatti mandare dalla mamma: varianti per la classe e per le feste

Il gioco si può utilizzare anche in classe: i bambini impareranno giocando! Dividiamo la classe in due squadre e diamo il via alla staffetta della spesa. L’insegnante legge la lista della spesa e le due squadre dovranno trovare e posizionare nel giusto ordine il maggior numero di alimenti!

Un’altra alternativa è quello di consegnare la lista della spesa ad ogni giocatore e posizionare gli alimenti e le cartelle cestino su due tavoli diversi. Una volta avviato il tempo, a turno ogni giocatore può andare a prendere un alimento: vince chi completa per primo il cestino!

Fatti mandare dalla mamma è un gioco molto versatile. Potete adattarlo per molte occasioni come, ad esempio, le feste di compleanno. La versione rubaspesa è perfetta quando ci sono molti bambini. Una volta divisi in due gruppi, l’adulto assegna ad ogni bambino un numero che corrisponderà a un alimento (per esempio i bambini con il numero 1 avranno l’alimento biscotti). Quando l’adulto chiama un numero, i bambini dovranno ricordare l’alimento e essere veloci a trovarlo e metterlo nel cestino della propria squadra!

Fatti mandare dalla Mamma è disponibile qui

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Gioco-ripasso per bambini in età scolare

Gioco-Ripasso per i bambini in età scolare

Tempo di lettura: 3 minuti

In estate non possono mancare il sole, il mare, i giochi all’aria aperta e… i compiti delle vacanze! Non è semplice convincere i bambini a fare i compiti e ripassare quando fuori splende il sole e vogliono andare giocare. 

Il libro delle vacanze è spesso visto come un obbligo dai bambini e poi…finisce. Possiamo però continuare a stimolarli con giochi ed attività mirate. Ecco come utilizzare i giochi e le fiabe animate per rendere il ripasso nuovo e divertente.

 

Attività di ripasso per i bambini in età scolare

Lingua inglese, conteggio e manualità: Il Gioco di Groem 

Il Gioco di Groem è un gioco dell’oca in inglese e in italiano: sapevate che il gioco dell’oca può essere usato anche come supporto al libro delle vacanze?

Il gioco di Groem è adatto sia per i bambini in età pre-scolare che per i bambini più grandi. Le carte azione stimolano competenze grafo-motorie, prime conoscenze dei numeri, letto-scrittura e motricità. Sono presenti anche carte personalizzabili: possiamo quindi usarlo anche con i più grandi scrivendo sulle carte le tabelline, i quiz di storia o i quesiti del libro delle vacanze. Il ripasso sarà così divertente, perché associato ad un gioco! 

Il tabellone e le carte sono anche in inglese: possiamo usarlo quindi anche per introdurre e potenziare i primi modi di dire in inglese. Ad esempio, le card raccontastorie sono perfette per allenare la lettura e la traduzione della lingua.

Leggi l’articolo sui giochi in inglese

Addizioni, sottrazioni e primi calcoli: le Carte della Nonna di Cappuccetto Rosso

Somme e sottrazioni possono diventare monotone, ma c’è un modo pratico per esercitarsi!

Coinvolgiamo i nonni o giochiamo sotto l’ombrellone con le carte della nonna di Cappuccetto Rosso: la scopa e la briscola allenano in modo pratico la capacità di calcolo, l’attenzione e la memoria.

Si può giocare seguendo le regole tradizionali, conteggiando alla fine della partita i punti accumulati; oppure, se si gioca con bambini più piccoli, si può contare semplicemente solo il numero di carte. In questo caso vince chi ha totalizzato più carte. Giocando più volte, i bambini prestano attenzione e ricordano le carte, allenandosi a fare le somme rapidamente e pianificare le mosse successive. 

Leggi l’articolo e scopri i giochi che si possono fare con le carte

Abilità descrittive, lettura e lingua inglese: Fatti mandare dalla mamma!

Il gioco da tavolo di Cappuccetto ha tantissime varianti, per essere usato con bimbi d’età diversa ed essere giocabile in tante occasioni!

Fatti mandare dalla mamma è un gioco di ruolo, i giocatori si alternano nei personaggi: la mamma dà la lista, Cappuccetto deve memorizzarla e posizionare gli alimenti nell’ordine giusto mentre il Lupo la sabota spostando le tesserine. La mamma può leggere/descrivere o disegnare la lista in base alla carta che esce: giocando i bambini eserciteranno la lettura e la capacità narrativa, mentre nei ruoli di Cappuccetto e il Lupo alleneranno memoria ed attenzione. 

Se giochiamo con le carte in inglese, sarà una lezione a tutto tondo, ma pratica e divertente!

All’interno del manuale sono presenti anche le istruzioni per varianti semplificate, per giocare anche con i più piccoli. 

Pensiero strategico e problem solving: Straccia la stregaccia

Straccia la Stregaccia è un gioco da tavolo ambientato nella fiaba di Hansel e Gretel. Adatto ai bambini dai 6 anni, stimola la cooperazione, la pianificazione e le abilità strategiche. 

I giocatori aiutano i fratelli ad arrivare alla casa del papà, costruendo il percorso lungo il fiume. Attraverso il gioco di squadra i bambini imparano a collaborare e a cambiare strategia continuamente: il gioco è pieno di colpi di scena! 

Capacità narrative, ascolto e comprensione: le fiabe di Tadà!

Su Tadà ci sono tante fiabe animate, classiche e inedite, raccontate da una voce narrante con divertenti effetti sonori. Le storie animate sono percepite dai bambini come un gioco, e questo contribuisce a rendere le attività più coinvolgenti e ad allungare i tempi d’attenzione. 

Dopo ogni fiaba è possibile scegliere tra tanti giochi come il Vero o Falso, il Riordino in Sequenza, Completa la Frase…Saranno i personaggi della storia a dare un feedback al bambino: se non ricorda un particolare o commette un errore, potrete rivedere la scena della storia e ripetere l’esercizio. 

 

Sapevi che sull’app Tadà puoi registrare le fiabe con la tua voce? 

Un ottimo esercizio per allenare la capacità di lettura!  Sarà divertente doppiare i personaggi e riascoltarvi!

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Le Carte della Nonna, scopa, rubamazzetto e tanto altro

Giochi per preparasi alla scuola: le carte della nonna, giochiamo insieme

Tempo di lettura: 3 minuti

Compiti sotto l’ombrellone: impariamo a giocare a scopa, rubamazzetto e briscola con i nonni!

I giochi di carte sono versatili, ma anche divertenti ed educativi, perché contribuiscono ad insegnare competenze preziose, sia cognitive che sociali: l’attenzione, la memoria, le competenze di base della matematica, il rispetto della turnazione ed il piacere di stare con gli altri.  

Per questo, possiamo introdurre i giochi di carte già dai 3 anni!

Da cosa iniziare? Le carte napoletane! 

Ci consentono di fare tanti giochi diversi: ma cosa succede se incontrano la magia delle fiabe diventando su misura di bambino? Nascono le carte della nonna di Cappuccetto Rosso!

Le carte della nonna di Cappuccetto Rosso sono una divertente versione delle carte napoletane: ogni seme e figura racconta un pezzo della storia, per rendere le carte più familiari ed attrattive per i bambini, con Cappuccetto Rosso, il Lupo e il Cacciatore che prendono vita!

Con le carte della nonna è possibile giocare ai tradizionali giochi di carte come scopa, briscola e rubamazzetto insieme ai nonni, grandi esperti dei giochi, e fare anche tanti altri più creativi (senza dimenticare i castelli di carte!). 

Le Carte della Nonna sono il regalo perfetto per i nonni. Condividiamo con loro momenti di divertimento per rendere ancora più speciale questo giorno!

Come si gioca?

Rubamazzetto: il gioco per i più piccoli

Il rubamazzetto aiuta i bambini a imparare e riconoscere numeri e figure. Il gioco è molto veloce e divertente: specialmente quando i bambini si approcciano alle carte per la prima volta,  prediligiamo giochi con meno regole e turnazione veloce, così da evitare la frustrazione di non essere capaci. Vince chi riesce a rubare il maggior numero di carte. Mescolate le carte, se ne distribuiscono 3 ad ogni giocatore, mentre 4 si lasciano scoperte al centro del tavolo; le restanti formano il mazzo di pesca. È tutto pronto, si gioca!

A turno, ogni giocatore può prendere una carta dal centro se ha una carta dello stesso valore, oppure rubare il mazzetto di un altro giocatore se ha una carta dello stesso valore di quella in cima al mazzo dell’avversario. Se non si può né prendere, né rubare, bisogna lanciarne una al centro. Alla fine di ogni azione il giocatore deve pescare una carta dal mazzo di pesca.

Una volta terminate le carte, il vincitore di rubamazzetto è chi è riuscito a raccogliere (e rubare) più carte agli avversari.

Scopa: varianti per i bambini

Si può decidere di giocare seguendo le regole tradizionali, conteggiando alla fine della partita i punti accumulati; oppure, se si gioca con bambini più piccoli si può eliminare il conteggio dei punti speciali e contare solo il numero di carte. In questo caso vince chi ha totalizzato più carte. Possiamo poi contare anche le carte denaro ed assegnare 1 punto a chi ha più margherite gialle (i denari). O ancora: possiamo contare soltanto le coppie! 

Un piccolo consiglio: talvolta lancia le carte per far fare la scopa ai bambini, in modo da gratificarli ed aumentare il loro entusiasmo durante il gioco.

La Briscola con le carte della nonna di Cappuccetto Rosso

L’obiettivo del gioco è fare più punti dell’avversario catturando carte di valore. Distribuite 3 carte ciascuno, si scopre una carta lasciandola sotto il mazzo. Il seme di questa carta è la Briscola (il seme dominante).

Ogni giocatore, nel proprio turno gioca una carta. La persona che ha giocato la carta con il valore più alto nel seme di Briscola, raccoglie tutte quelle presenti sul tavolo a quel turno. In assenza di Briscola, la carta dal valore più alto è quella nel seme della prima giocata. Alla fine di ogni turno i giocatori ne pescano una dal mazzo, inizia il prossimo giro il vincitore del turno precedente. 

Il gioco finisce quando tutte le carte sono state giocate e prese, una volta sommati i punti si scopre chi ha il punteggio più alto, e quindi, chi è il vincitore. In una versione più semplice, possiamo semplicemente. 

Perchè giocare con i bambini a rubamazzetto, scopa e briscola?

Giocando più volte, i bambini imparano a prestare attenzione e ricordare le carte, fare le somme rapidamente, pianificare le mosse successive.

Alleneremo in particolare la memoria di lavoro:  la capacità di conservare in mente un’informazione, per il tempo necessario a rielaborarla.  Abbiamo bisogno di questa competenza nella vita di tutti i giorni: in attività come fare la spesa o preparare lo zainetto per la scuola senza dimenticare nulla.

Leggi anche l’approfondimento sulle funzioni esecutive 

 

Usi creativi delle carte della nonna

Le carte della nonna di Cappuccetto Rosso possono essere utilizzate anche per giocare con le categorie semantiche.

Per esempio, se esce un sette di spade, chiediamo al bambino di elencare 7 animali. In questo modo, i bambini associano ogni carta a un elemento di una categoria specifica, stimoleremo la categorizzazione cognitiva e il vocabolario.
L’uso creativo dei giochi può essere un potente strumento per favorire lo sviluppo delle funzioni esecutive nei bambini della scuola dell’infanzia. 

Ci sono anche le carte raccontastorie!

Insieme alle carte della nonna per giocare a rubamazzetto, scopa o briscola, ci sono anche le carte raccontastorie della fiaba di Cappuccetto Rosso. Le raccontastorie possono essere utilizzate con i più piccoli, come fiaba della buonanotte, e con i più grandi mescolando le carte si può giocare al riordino in sequenza.  Per incoraggiare i bambini a raccontare in modo autonomo, usiamo la versione immagine delle card e stimoliamoli con domande come “Cosa fa il lupo?”, “Dove va Cappuccetto?”. Li prepareremo pian piano alla scuola, ma sempre all’interno di un gioco divertente! 

Cosa aspetti? Trovi le carte della nonna di Cappuccetto Rosso qui.  Le riceverai in regalo acquistando due giochi di Tadà.

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Giochi in inglese: spunti e board games per imparare in modo naturale ed efficace

Giochi in inglese: spunti e board games per imparare in modo naturale ed efficace

Tempo di lettura: 3 minuti

Il cervello è più ricettivo durante gli anni della scuola dell’infanzia e della primaria ed impara una nuova lingua in modo automatico, come accade con la lingua madre: perché insegnare quello che i bambini possono apprendere senza fatica e divertendosi?

Il metodo tradizionale di insegnamento dà spesso risultati deludenti nei primi anni di scuola, perché basato sulla memoria esplicita: una capacità che si acquisisce con il passare degli anni. 

“Se un bambino non impara nel modo in cui insegniamo, dobbiamo insegnare nel modo in cui impara” scriveva il pedagogista Ignacio Estrada. 

Ma come imparano i bambini?

Un processo di apprendimento naturale passerà sicuramente per la memoria implicita, l’abilità innata con cui impariamo la lingua madre: ascoltandola. Basterà quindi semplicemente entrare in contatto con la nuova lingua in modo regolare.

La prima regola è: divertirsi! L’apprendimento può e deve essere reso divertente. Non è mai troppo presto per introdurre i giochi in inglese!

Non impostiamo le nostre routine con esercizi o giochi troppo rigidi: ricordiamo sempre che i bambini sono bambini. E quali sono le loro attività preferite? Giocare e ascoltare una storia!

Ecco gli spunti utili dal team di Tadà. 

Giochi in inglese: i più efficaci e divertenti

Per poter insegnare l’inglese ai nostri bambini, non dobbiamo trattarlo come una lingua straniera. Se conosci l’inglese, usalo con il tuo bambino ogni giorno. Ecco delle attività molto semplici da replicare: se fate un disegno usate i termini in inglese per indicare i colori, preparate una ricetta ripetendo i termini in inglese (stampa la ricetta disegnando o stampando accanto agli alimenti anche l’immagine che li rappresenta, per creare un legame parola-immagine che stimola la memorizzazione di nuovi termini). Ascoltate canzoncine e filastrocche in inglese, ed impostate delle attività diversificate. Sul mappamondo, per esempio, indicate i paesi: è il momento giusto per insegnare al tuo bambino i nomi di paesi e città in inglese. Oppure organizza una merenda in inglese: prima andate a fare la spesa. Al supermercato, dì al tuo bambino un alimento per volta in inglese e dagli le indicazioni per trovarlo (su, giù, a destra, a sinistra) sempre in inglese! 

Giochi utili per imparare nuove parole: le flash cards parlanti, per scoprire anche la pronuncia! Le trovi qui. 

Il potere delle storie. 

Le storie sono calamite irresistibili per l’attenzione e l’interesse, i bambini sentono il bisogno di riascoltarle più volte e vengono esposti a parole diverse da quelle usate nel linguaggio parlato. Già dai 3 anni possiamo introdurre storie semplici in inglese, ricche di immagini e colori che attirino l’attenzione dei più piccoli.

Il genitore dovrà leggere al bambino le parole in inglese ed indicare le figure corrispondenti.

Con il tempo, possiamo introdurre letture più complesse, che includano frasi di senso compiuto. Tadà, app di fiabe animate disegnate a mano e raccontate con divertenti effetti sonori, sarà presto disponibile anche in inglese: il supporto delle immagini crea un linguaggio universale, che aiuta a comprendere la storia e a memorizzare nuove parole. L’app offre anche la possibilità di registrare un proprio audio del racconto, così che i bambini ( ma anche gli adulti!) possano esercitarsi nella lettura in inglese e poi riascoltarsi, per correggere la pronuncia. Oppure divertirsi a doppiare i personaggi!

Tanti divertenti giochi di comprensione interattivi seguono ogni fiaba.  

Un altro trucco usato da molti insegnanti è quello di raccontare storie usando dei pupazzi e far dire a loro le frasi che vogliono far imparare ai bambini. Funziona sempre!

Giochi per imparare l’inglese: i giochi da tavolo

Il gioco ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino ed è un’attività naturalmente motivante: può essere utilizzato  anche per familiarizzare con una nuova lingua, sviluppare abilità trasversali e potenziare attenzione, funzioni esecutive ed altre preziose competenze. 

I giochi da tavolo sono molto stimolanti e piacciono a tutti: ecco una lista di giochi versatili e molto divertenti!

Giochi Memory 

Pocket games versatili da portare ovunque e molto stimolanti, i Memory hanno tantissime versioni: con gli animali, i colori e tanto altro. Coinvolgiamo sempre i bambini nella scelta e aggiungiamo allo scaffale dei giochi anche il Memory in inglese: il supporto dell’immagine è utilissimo per imparare nuove parole. 

Fatti mandare dalla Mamma

Un gioco spassoso che possiamo introdurre dai 4 anni. Il gioco è ambientato nell’amatissima fiaba di Cappuccetto Rosso: a turno i giocatori interpretano Cappuccetto, il Lupo, la Mamma e gli altri personaggi. Lo scopo è salvare il cestino della spesa dal Lupo: la Mamma legge/descrive/ disegna gli alimenti (possiamo giocare anche con i bambini che non sanno leggere: ogni scritta è supportata da un’immagine). Cappuccetto e il Lupo devono ascoltare e memorizzare la lista: quando parte il tempo Cappuccetto deve cercare e posizionare nel suo cestino quanti più alimenti nell’ordine giusto, mentre il Lupo la saboterà scompigliando le tessere.

All’interno del gioco troverai le carte lista della spesa in italiano e in inglese, per giocare in entrambe le lingue. 

Alleneremo giocando tutti i livelli di comprensione: linguaggio parlato e lettura (personaggio Mamma), ascolto e comprensione (Lupo e Cappuccetto).

Nel gioco ci sono anche le flashcards, per leggere o raccontare la storia dalle immagini in italiano ed inglese. Lo trovi qui

 

Il Gioco di Groem

Il Gioco dell’Oca in una versione stimolante e più coinvolgente per i bambini dai 3 anni: ad ogni casella corrisponde un’azione che stimola competenze grafo-motorie, conoscenza dei numeri, competenze pre-verbali. 

Le carte Azione e le scritte sul tabellone sono anche in inglese, per imparare giocando tanti modi di dire ed i numeri. Può essere quindi usato anche con bambini più grandi, nella didattica, e per il ripasso.

Leggi anche l’articolo su come usare il Gioco dell’Oca nella didattica: leggi l’articolo

 

 

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Caa alla scuola dell’infanzia: come e perchè usarla

CAA: perchè e come usarla alla scuola dell'infanzia

Tempo di lettura: 3 minuti

In un bambino che sta crescendo, l’assenza di una modalità efficace per interagire e comunicare con gli altri determina molte ricadute negative su tutti i piani dello sviluppo: relazionale, linguistico, cognitivo, sociale, delle autonomie. Se non viene introdotto precocemente un sistema di comunicazione le possibilità di apprendimento risultano più limitate, se non addirittura annullate. Non soltanto con riferimento al contesto scolastico, ma a tutte le situazioni quotidiane, in cui è possibile acquisire informazioni ed abilità nuove, come ad esempio, nelle interazioni con familiari ed amichetti.  La Comunicazione Aumentativa Alternativa si rivela quindi molto preziosa con bambini in età pre-scolare: simboli ed immagini hanno un’influenza positiva sul linguaggio, sulla comprensione, sui comportamenti disturbanti dei bambini e sulla loro capacità di rispettare le regole. Questa influenza positiva non riguarda soltanto bimbi che presentano difficoltà di attenzione o disturbi del linguaggio o del comportamento, ma anche la maggior parte dei bambini a sviluppo standard. L’immagine, fornendo una indicazione più sintetica rispetto al linguaggio ed essendo più stabile rispetto alle parole, raggiunge i bambini in una forma più efficace e duratura. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Lucia Mazzoli, pedagogista del team scientifico di Tadà: dalla sua esperienza con tantissimi bambini alla scuola dell’infanzia sono nate le ministorie in app, storie brevi e semplici che parlano di routine familiari ai bambini, come la merenda o la vestizione, perfette da usare con bimbi da 18 mesi a 5 anni.

Lucia, quali sono i vantaggi di usare la Comunicazione Aumentativa Alternativa già alla scuola dell’infanzia?

La Caa consente innanzitutto di stimolare e migliorare il linguaggio dei bambini creando un linguaggio univoco: io per esempio dico “Mettiamo in ordine”, ma un altro può dire “Riordiniamo” e per un bambino piccolo può essere difficile capire.

L’uso dell’immagine, anche senza scritta, ci consente invece di creare una comunicazione universale.

Noi utilizziamo la Comunicazione Aumentativa Alternativa innanzitutto per stabilire delle regole, avendo un’alta percentuale di bambini non italofoni. Questo ha modificato il tessuto sociale della scuola e ci impone un continuo ripensamento dell’organizzazione scolastica e della gestione dei rapporti con le famiglie. 

Una delle preoccupazioni più diffuse, specie tra i genitori, è che la CAA possa inibire anziché formare il linguaggio.

È vero il contrario. L’utilizzo dei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa favorisce e non inibisce lo sviluppo del linguaggio verbale in termini di  lessico e costruzione frasale perchè aiuta  in primis la comprensione delle frasi, anche di quelle più complesse. Basti pensare che è efficace per insegnare la nuova lingua ai bambini non italofoni. Di recente, un bimbo bengalese ha imparato il concetto di riordinare nella nostra lingua perché ha riconosciuto la parola dall’immagine. E andava fra i compagni dicendo “Ordinare ordinare”, appena mi ha visto indicare l’immagine. Dalla mia esperienza in decenni di insegnamento in cui ho utilizzato la CAA con Bambini con Bisogni Educativi Speciali, ho avuto modo di verificare i risultati positivi che la CAA riesce ad apportare nel processo evolutivo di ogni bambino. Non dobbiamo usarla solo in virtù di un bisogno, dobbiamo usarla anche per scherzare o comunicare qualcosa di diverso da un bisogno o una regola. 

Come possiamo approcciarci alla CAA se è la prima volta che la utilizziamo?

Il primo e più semplice strumento di CAA in uscita, dopo la raccolta di segnali, è rappresentato dall’offrire al bambino opportunità di scelta in tutte le situazioni possibili, in modo fortemente motivante. Scegliere restituisce la possibilità di essere attivi e la sensazione di poter controllare il mondo intorno a sé, limitando il rischio che sia sempre l’altro a interpretare il mio pensiero. Pone, inoltre, le basi per un’autonomia futura.  Quindi diamo sempre al bambino la possibilità di scegliere tra più opzioni, senza anticiparne la risposta. 

Alcuni simboli sono meno trasparenti di altri, è utile quindi introdurli ed insegnarli attraverso storie e giochi. Attraverso le storie, i bambini possono imparare e memorizzare simboli che useranno poi anche nella vita di tutti i giorni. Tutti i simboli, soprattutto quelli meno immediati, vanno sempre contestualizzati: se stiamo chiedendo ad un bambino se vuole ancora un po’ d’acqua, mettiamo la mano sul simbolo ANCORA mentre parliamo.

Quando c’è la barriera del linguaggio tendiamo a credere che un bambino sia meno capace. La CAA invece ci consente di valutare il vero potenziale dei bambini. Possiamo accorgerci che un bambino, anche se non si esprime ancora bene, non conosce la lingua o ha un bisogno speciale, in realtà partecipa in modo attivo: segue con gli occhi, indica, risponde attraverso il simbolo.

App utili in CAA: le ministorie di Tadà 

Le ministorie di Tadà sono brevi storie animate in simboli, che ho creato e validato insieme al team scientifico di Tadà proprio per bambini molto piccoli, bambini speciali o non italofoni. Tutti i simboli sono trasparenti, non opachi. 

I simboli trasparenti non richiedono alcuna spiegazione, perché il loro significato è immediatamente evidente in quanto ovvia rappresentazione del concetto a cui fanno riferimento.

Le ministorie parlano di routine molto semplici: in Kevin e giochi c’è un bimbo che mette in ordine i giocattoli, Linn si veste ha per protagonista una bimba che sceglie gli abiti e in Tahi e la merenda la piccola Tahi apre e chiude il frigo selezionando gli alimenti da mangiare per merenda. Frasi brevi, ripetitive ed immagini semplici e chiare: in Tahi e la Merenda, per esempio, la cucina della storia è un ambiente pulito, contiene solo il frigo da cui Tahi prende la merenda. Questo per essere sicuri che anche i bimbi non italofoni o i bimbi Bes comprendano la storia, senza distrarsi a guardare altre immagini. 

Kevin e i Giochi: drammatizzazione prima della visione della storia animata su Lim o tavolo digitale

Le frasi sono ripetute con uno schema regolare, in modo che sia più semplice per i bambini apprendere e memorizzare nuovi vocaboli ed espressioni. Ogni ministoria ha le sue frasi peculiari, come OH CHE BELLO che Linn ripete dopo aver indossato un nuovo accessorio. Questo rende l’ascolto divertente e consente a tutti i bambini di vocalizzare il suono e partecipare in modo attivo.

Io consiglio sempre di partire dalla drammatizzazione della storia, perché per un bimbo molto piccolo o non italofono potrebbe essere difficile cominciare direttamente dalla visione della fiaba: nel caso di Tahi e la merenda, per esempio, prendo un bambolotto, una scatola che faccia da frigo ed inizio ad introdurre la storia togliendo uno dopo l’altro gli elementi dalla scatola. Solo dopo passo alla visione della fiaba animata sulla Lim. 

Si può quindi creare un vero e proprio laboratorio pratico.

Dal punto di vista cognitivo ogni classe è molto eterogenea e pertanto è necessario trovare metodi, strumenti e strategie che permettano alle insegnanti di “arrivare a tutti” in maniera stimolante, coinvolgente ed inclusiva.  Con le tecnologie gli studenti diventano i principali protagonisti del processo di apprendimento.

Il nostro intento con le ministorie di Tadà è  stato proprio quello di aumentare l’accessibilità, il coinvolgimento  e la fruizione attiva alla lettura Il racconto di esperienze che comunemente i bambini vivono, diventa solo la partenza di una bella e coinvolgente avventura che, grazie ai materiali di gioco correlati alla storia, permette ai piccoli lettori di ricostruire i personaggi e le situazioni presentate nell’App. Così riproponendo le scene, giocando con i compagni, tutti i bimbi hanno la possibilità di sentirsi protagonisti e di comprendere la sequenza di quanto ascoltato. Dopo la drammatizzazione, possiamo quindi guardare insieme la fiaba o registrarla con le nostre voci e quelle dei bambini. Dopo la fiaba possiamo lavorare sulla comprensione attraverso i giochi digitali e le attività in pdf.  I giochi correlati alla storia oltre a favorirne la comprensione e ad esercitare abilità come l’attenzione e la memoria permettono l’acquisizione di abilità sociali come l’attesa, l’alternanza del turno, la condivisione. La semplicità di storie e giochi  non ha perso di vista l’importanza di leggere e giocare per tutta la classe. Pertanto, il tutto è stato pensato e creato per risultare attraente, fruibile, sfidante anche per un intero gruppo di bambini, con capacità cognitive anche brillanti. Dopo le ministorie ci sono giochi digitali e PDF per continuare a giocare con la storia. Nel caso di Kevin e i giochi, per esempio, dopo la visione della ministoria giochiamo con i giochi di Kevin. Facciamo la lotta con i dinosauri, la gara di automobiline e le torri con i mattoncini, proprio come nella storia. Così riproponendo le scene, giocando con i compagni di scuola, tutti hanno la possibilità di sentirsi protagonisti e di comprendere la sequenza di quanto ascoltato.

Vuoi provare la lezione gioco con Kevin e i giochi con la tua classe? Compila il form, ti invieremo il kit per drammatizzare e giocare dopo la visione della ministoria in app. Non hai ancora l’app? Scarica Tadà

Leggi anche le pillole di CAA 

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Pillole di CAA: come usarla per una comunicazione di qualità

Pillole di CAA: come usare i simboli ed impostare una comunicazione di qualità

Tempo di lettura: 3 minuti

La stesura di questo articolo è iniziata per creare un contenuto di qualità sulla CAA, con il contributo degli esperti del team scientifico di Tadà. Da sempre condividono con la nostra community di genitori, docenti e terapisti consigli e best practices. La CAA è, del resto, il supporto che Tadà ha scelto per rendere accessibili  e di immediata comprensione le fiabe, così utili ed attrattive per un bambino. 

I simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa rendono possibile la comunicazione con i bambini non verbali, facilitano la comprensione di una nuova lingua in caso di bambini non italofoni, stimolano il linguaggio in bimbi piccoli che non hanno ancora accesso alla letto-scrittura. 

Chi la usa sa che è una risorsa preziosa, e non solo per i bambini: anche per gli adulti che non hanno accesso al linguaggio è la chiave che rende possibile la comunicazione.

CAA: Consigli pratici da un esperto

Ne abbiamo parlato, sì, parlato, con Giulio Boscaròl: la CAA ha reso possibile uno scambio ricchissimo che non potevamo non condividere con la nostra community. Giulio è un esperto di Comunicazione Aumentativa Alternativa, perchè la usa da sempre, essendo affetto da paralisi cerebrale infantile. All’inizio pensavamo di costruire insieme un contenuto utile fatto di informazioni e strategie pratiche, ne è emerso qualcosa di molto più profondo, quando Giulio ci ha inviato la sua video- presentazione. 

Guardala sul nostro canale Youtube: Pillole di CAA

Dopo averlo vista, abbiamo iniziato a confrontarci: Giulio ci ha ispirato a parlare di qualcosa di ancora più prezioso. La nostra percezione della diversità e come questo si riflette nei nostri comportamenti e nell’uso che facciamo dei simboli.   

Tutti noi tendiamo a mettere in atto degli automatismi di fronte a persone con disabilità, ma abbiamo mai provato a chiederci come veniamo percepiti? Il punto di vista di una persona con disabilità è molto diverso da quello che crediamo e la barriera del linguaggio ci spinge spesso a credere che una persona non verbale sia automaticamente meno consapevole. Giulio ci dimostra che è vero il contrario: nel suo video ci fornisce utilissimi consigli pratici per usare la CAA ed impostare una comunicazione efficace, ma anche spunti di riflessione più ampi, che abbiamo commentato con il team di Tadà. 

Comunicazione Aumentativa Alternativa: cosa non fare 

Sostituirci alla persona con disabilità ed usare i simboli per anticipare le risposte

Tendiamo quasi sempre ad avere un atteggiamento di cura, legato ai bisogni. Chiediamo, per esempio, “ti passo l’acqua?. Ma magari la persona in questione è perfettamente in grado di arrivarci. Non diamo per scontato che chi ha una disabilità ha necessariamente un bisogno da soddisfare: ha bisogno innanzitutto di svago, confronto, compagnia, esattamente come tutti noi” spiega la dottoressa Lucia Avino, neuropsicomotricista dell’età evolutiva e founder di Tadà.

Dobbiamo insegnare a chiedere aiuto, ma senza sostituirci alla persona nelle azioni quotidiane e stimolarne l’autonomia.  Insegnare un’abilità incoraggia l’apprendimento di molte altre abilità. Se usiamo i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa, come spiega Giulio, non commettiamo l’errore di anticipare o  influenzare la risposta che ci aspettiamo toccando il simbolo. Lasciamo l’interlocutore libero di dare la risposta che preferisce: l’obiettivo della CAA è consentire a tutti di comunicare in modo autentico, non di imitare la comunicazione altrui. 

Usare tutto in chiave terapica

Lo vediamo anche tra i nostri clienti: se un bambino ha una difficoltà, i genitori e gli insegnanti tenderanno ad usare le nostre fiabe ed i nostri giochi come strumento di “riabilitazione”, monitorando l’attenzione e le altre competenze del bambino. I nostri giochi stimolano varie competenze, ma lo fanno attraverso il divertimento. Lasciamo  che il bambino innanzitutto si diverta, esattamente come gli altri, e non sforziamoci di giocare in chiave “terapica”. Le mode valgono per tutti i bambini: inseriamo tra i suoi giochi anche quelli più tradizionali e leggeri ed i giochi o i personaggi del momento. Ricordiamo che il gioco è svago, e solo quando si divertono i bambini apprendono di più. Anche solo imparare semplici regole e stare con gli altri è un’abilità preziosa. Se durante un’attività usiamo la CAA, leggiamo sempre ad alta voce toccando il simbolo. Se ci sono due opzioni di risposta, ripetile una alla volta in modo che l’interlocutore possa scegliere cosa rispondere dopo aver valutato le alternative. Queste best practices eviteranno  fraintendimenti e ci permetteranno di impostare una comunicazione fluida, così che tutti i bambini possano divertirsi e partecipare attivamente.  

Banalizzare i fastidi sensoriali

Una regola che vale per tutti i bambini. Ci sono bimbi che non amano il volume alto o hanno altri fastidi legati ai sensi. Non forziamoli, nel tentativo di “aggiustarli”. Mostriamoci comprensivi e diamo loro tempo. Se un adulto ha paura di volare o evita di prendere l’ascensore, perchè un bambino non può sentirsi a disagio nel tagliarsi i capelli? A pensarci bene, tutti abbiamo delle fragilità.

Escludere dalla conversazione, usare i simboli solo in virtù di un bisogno

Troppo spesso le persone vedono solo la disabilità di un individuo, ignorando le altre sfaccettature della sua personalità. Come sottolinea Giulio, tendiamo a trattare tutte le persone con disabilità come bambini e a mostrarci compassionevoli, ad alzare la voce (ma non c’è n’è bisogno, come  dice Giulio, ho un ottimo udito), spesso parliamo davanti a loro come se non ci fossero, escludendoli dalla conversazione.  Anche con i bambini,  diamo quasi sempre per scontato che abbiano bisogno di qualcosa: ma un bambino o una persona con disabilità è un nostro pari, che magari vuole semplicemente esprimere un suo giudizio/commento. Comportiamoci di conseguenza. 

Sta guardando qualcosa? Mettiamoci accanto a lui/lei, alla stessa altezza. Che cosa guarda? Forse scopriremo semplicemente che guardava le nostre scarpe, le/gli piacciono! Esattamente come succederebbe per chiunque altro.  Possiamo usare la CAA anche per conversare e scherzare.  Ogni persona è unica e la disabilità è solo una parte di ciò che siamo. 

Vuoi approfondire l’uso della Caa? Leggi l’articolo sui libri in Caa